Zona del Chianti
Tonno del Chianti

I contadini del Chianti, seguendo la regola di non buttar via nulla, quando la calura estiva sfiancava anche le bestie e faceva ammalare alcuni lattonzoli (suinetti maschio o femmina, dalla nascita allo svezzamento), uccidevano quest'ultimi e non potendoli conservare in frigorifero, non esistendo ancora, venivano prima messi a spurgare sotto sale e poi cotti nel vino bianco leggermente allungato con dell’acqua e aromatizzato con dell’alloro.
Una volta raffreddati, venivano disossati e le loro carni, aromatizzate con grani di pepe nero, venivano messe sott’olio per poter essere conservate fino all’inverno. Dopo qualche mese, quando si andava a mangiare questa carne, ci si rendeva conto della trasformazione: la tenera carne del lattonzolo, in virtù della cottura nel vino e della marinatura in olio, aveva assunto un sapore e una consistenza molto simile a quella del tonno.

Così nacque il tonno del Chianti, detto anche finto tonno toscano, che tutt'oggi viene prodotto, seguendo sempre l'antica metodologia di lavorazione, da un’unica macelleria che si trova a Greve in Chianti (Firenze), località Panzano.
Generalmente viene servito, in inverno, con fagioli e cipolla mentre in estate insieme a dell’insalata, e per la sua bontà e particolarità è stato segnalato dalle più prestigiose riviste gastronomiche nazionali ed estere.

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